Archivio per 15 febbraio 2009

15
Feb
09

La giustizia non funziona …. destra, centro e sinistra tutti responsabili

Ci sono problemi delle società attuale nel nostro paese che dovrebbero essere affrontati indipendentemente dalle ideologie politiche anche perchè il loro aggravarsi dipende dalla inefficienza delle politiche degli ultimi governi sia di centro destra che di centro sinistra che si sono susseguiti alla guida del paese. Due di questi problemi sono la questione della sicurezza, soprattutto degli atti di violenza contro le donne che ormai avvengono quasi giornalmente, e quello della giustizia. Due problemi strettamente legati fra loro in quanto il mancato funzionamento della giustizia è una delle cause dell’aumento della delinquenza nel nostro paese. Ogni governo dovrebbe avere interesse a far funzionare la giustiza nel modo migliore e in questo hanno fallito tutti fino ad ora. Il centro destra troppo impegnato a salvaguardare il presidente del Milan dai guai con la giustizia anche a costo di mettere sotto controllo la magistratura, il centro sinistra dal canto suo non ha saputo mai rispondere, quando è stato al potere, con riforme che andassero nella direzione di risolvere i due maggiori problemi della giustizia italiana: la lentezza dei processi e la certezza della pena. La situazione della sicurezza si è poi sicuramente acuita con l’aumento, inutile negarlo, della immagrazione clandestina e regolare che ha portato nel paese gruppi di persone tenute molto ai margini della nostra società, dando viti a focolai di delinquenza molto pericolosi.
Uno di questi focolai è rappresentato dalla violenza sessuale sulle donne, uno dei reati più gravi e meno giustificabili con le condizioni di vita ai limiti della sopravvivenza. Tutti i reati dovrebbero essere puniti e in maniera veloce e con certezza, ma a maggior ragione lo dovrebbero essere reati come lo stupro o la violenza sessuale, reati cioè fini a se stessi perpretati solo per soddisfare istinti animali. Invece per assurdo questi reati sembrano essere trattati con maggior leggerezza anche a livello processuale dove spesso le donne oggetto delle violenze sono messe in condizioni di disagio come se una parte della colpa per quanto accaduto fosse anche loro.
Ecco la vera riforma della giustizia che dovrebbe stare a cuore ad ogni governo: garantire un processo veloce per qualsiasi reato e soprattutto garantire che la pena sia scontata tutta adottando una maggiore severità nella valutazione di eventuali diminuzioni del periodo di detenzione. Non serve a niente prendere provvedimenti urgenti sull’onda delle emozioni causate da reati violenti come gli atti di stupro di questi giorni, provvedimenti che se non saranno seguiti da interventi organici e veramente riformatori dell’apparato giudiziario di questo paese, avranno effetti nulli.
Rimane poi il fatto che la giustizia può intervenire esclusivamente in termini di repressione, e sarebbe già tanto se fosse una repressione certa, ma poi se non si interviene in termini strutturali sulla società, la repressione non può essere l’unico strumento per vincere il fenomeno della delinquenza e della violenza su donne e bambini.

15
Feb
09

Le mie amiche penne

Sono le 7.30 del mattino e inizia a serpeggiare l’agitazione fra le penne che hanno trascorso la notte sul mio tavolo. Le più temerarie attendono con ansia il mio arrivo, le più tranquille e riservate sono assalite da un’ansia sempre più intensa dopo una notte insonne. Quale sarà il loro destino nella nuova giornata di lavoro che sta per iniziare ?. Rimanere abbandonate nella loro posizione per un altro giorno, finire su qualche altro tavolo e fare conoscenza con altre colleghe penne meno sventurate di loro, oppure, la fine più temuta da tutte, terminare in una borsa nel buio più completo per non si sa quanto tempo. Alcune di loro hanno già vissuto qualcuna di queste esperienze, altre invece le conoscono dai racconti delle compagne di avventura o di sventura, tutte sono comunque consapevoli che sta per iniziare una nuova giornata di tensione.

Sto entrando nel mio ufficio e loro, le penne, ovunque si trovino sulla mia scrivania sembrano prendere vita. Sanno benissimo che fino a che la segretaria non porterà il fascicolo di carte da firmare la giornata sarà tranquilla, ma quando Betty entrerà da quella porta inizieranno le danze.

E’ da quel momento che le più temerarie fanno di tutto per mettersi in vista nella speranza di essere scelte per il rito della firma. Al contrario il gruppetto delle riservate si comporta come facevo a scuola da ragazzino per scampare alla interrogazione. Tentavo di nascondermi dietro la testa del compagno che sedeva davanti a me e che immancabilmente aveva la testa troppo piccola per impedire alla prof. di vedermi. Con i miei esercizi da contorsionista per scomparire dalla vista dell’insegnante finivo quasi sempre per essere notato e nella migliore della ipotesi rimproverato, peggio ancora interrogato. Le penne timide si comportano nello stesso modo. Si spingono l’una contro l’altra, si rotolano nel tentativo di finire sotto uno degli innumerevoli fogli di carta che occupano il mio tavolo. Ma questi foglietti, così come la testa del mio compagno di scuola, sono troppo piccoli per nasconderle e finisce che è quasi sempre una di loro ad arrivare fra le mie mani.

La penna sventurata sa che il suo lavoro sta per iniziare senza sapere, però, quale sarà il suo destino. Potrei alzarmi nel bel mezzo dell’operazione e portare con me la compagna di lavoro per poi abbandonarla sul tavolo di un collega. Potrei terminare di apporre la mia firma sulla pila di scartoffie e riporre la penna, non so esattamente perché, dentro la mia borsa e lì dimenticarla chissà per quanto tempo. Potrebbe finire in qualche altra parte della scrivania a soffrire per poi riprovare la stessa ansia nei giorni a seguire. Se la penna è una fortunata come il mitico Gastone cugino di Peperino, potrebbe finire la sua corsa addirittura a casa mia e starsene tranquilla a godersi la vita oppure sulla scrivania di Betty ed allora il suo futuro è assicurato. Una volta che una penna finisce sul suo tavolo, non lei la molla più. Quando capita per esempio che il mio tavolo rimane sprovvisto di penne, Betty arriva e ne porta una delle sue, ma non le molla gli occhi di dosso fino a quando non ho finito il mio lavoro. Allora lei svelta, mentre io tento di nascondere la penna da qualche parte, mi blocca la mano ed immediatamente capisco che quella è una sua penna.

E’ per questo motivo che il gruppo delle più temerarie, pervase da uno spirito indomito di avventura, sperano di essere loro le prescelte e ogni mattina fanno a gara per mettersi in evidenza: potrebbe essere l’inizio di una avventura dall’epilogo imprevedibile




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